IL CASO DEL "FLAMINIO" CHE NON SAREBBE PIU' A NORMA
articolo del 8/6/2011
L'ATLETICO ROMA questa volta alza la voce: il "FLAMINIO" sarebbe diventato un vecchio rincoglionito. E tutte le manifestazioni fatte a viale Tiziano, allora? Erano a rischio!... a cura di Massimiliano Cannalire Lo stadio Flaminio non sarebbe più a norma, secondo il Questore di Roma, il che ha suscitato clamore, visto anche il recente utilizzo dell'impianto di viale Tiziano, per lo spareggio di Eccellenza tra Sora e Lupa Frascati, peraltro, con la discutibilissima decisione - ai confini dell'irresponsabilità - di scambiare le curve con le tribune creando un clima, per fortuna in alcuni sparuti momenti, ben diverso, da quello di una partita di calcio. Oltre alla assurda decisione di far entrare i rappresentanti dei mezzi di informazione dopo le 10.10 col cancello dei media chiuso in un angolino e a tifosi già arrivati sul piazzale dell'ingresso. Evidentemente l'antico stadio romano non ha pace, a ben pensare quanto sta succedendo al malcapitato Atletico Roma. Che così, tra due domeniche, dovrà gioco forza emigrare, magari a Rieti, per la gara-2 da giocare contro la Juve Stabia. Un peccato, doppio, visto che il Flaminio è da sempre stato il ritrovo di sostenitori e simpatizzanti della terza squadra della Città Eterna, da quando, cioé, la nonna dell'attuale Atletico Roma, la Lodigiani, in mezzo è passata anche la Cisco Roma, si dava appuntamento un sabato sì e uno no, con la possibilità, per gli appassionati del genere, di salire a Casal del Marmo a vedere l'Astrea in C2, poi in Interregionale. Come nelle favole di cui non si conosce la logica finale, dopo 71 partite giocate in 2 stagioni, ci si accorge che il trisavolo degli impianti sportivi romani, d'improvviso, è diventato un vecchio rincoglionito pieno di dubbi. Che senso ha, tutto questo? Pare, da indiscrezioni, che nemmeno l'interessamento del Comune di Roma attraverso il primo cittadino abbia sortito effetto alcuno, comprendendo anche la possibilità di utilizzare l'Olimpico, già impegnato per una complicata kermesse di motocross, che richiede giorni e giorni di preparazione e operai. La nota della società L’Atletico Roma, nella persona del presidente Mario Ciaccia, e dell’amministratore delegato, Davide Ciaccia, intendono precisare alcuni significativi aspetti della vicenda legata allo stadio Flaminio che non corrispondono alla reale situazione oggettiva che la società capitolina si trova suo malgrado a SUBIRE ed affrontare. E l’A.D. Davide Ciaccia è chiaro ed esplicito nelle sue affermazioni. "Voglio precisare – dice - che ho sempre sostenuto come l’Atletico Roma rappresenti un terzo polo importante per la nostra città e non c’è mai stata la volontà di abbandonare la Capitale. Ho scelto Roma ed il progetto di costruire una realtà calcistica professionistica importante, anche quando personalmente avevo la possibilità di poter acquisire altri club lontano da Roma e dalla Regione Lazio, e non l’ho fatto perché credevamo in questo progetto. La realtà è assai diversa. NON SI PUO’ più giocare allo Stadio Flaminio, a cominciare dalla finale dei play-off ed in questo il Questore di Roma, al momento, è stato chiaro e irremovibile. E’ di ieri, infatti, la novità che dopo 71 gare giocate allo stadio Flaminio nelle ultime due stagioni, si è deciso che le condizioni di sicurezza ad oggi, non siano più idonee!!!! Vorrei anche aggiungere che sempre per la questione del Flaminio, siamo stati penalizzati con un’ammenda anche dalla Lega Pro nella passata stagione, quando è stata presentata la documentazione per ottenere la Licenza di iscrizione al campionato. Peraltro nonostante l’impegno e la disponibilità delle Istituzioni e del CONI, alcune procedure burocratiche non permettono in tempi brevi la soluzione del caso, e per questo motivo stiamo valutando alcune ipotesi di impianti, diversi dalla città di Roma e dal Flaminio perché entro il 30 giugno p.v. forse non tutti lo sanno, a prescindere dalla categoria di appartenenza, dobbiamo iscrivere la squadra al campionato con la scelta definitiva e documentata dell’impianto sportivo idoneo ad accogliere le gare ufficiali. Non vogliamo scappare da Roma - aggiunge Davide Ciaccia - ma siamo costretti a cercare soluzioni alternative al Flaminio, questa è la verità. Anche la finale del 19 giugno è fortemente a rischio ma non per nostra volontà. E’ bene che tutti si adoperino per superare la vicenda, che ci vede fortemente danneggiati, usurpati di un diritto credo legittimo e costretti ad adottare una decisione diversa, da quella che era nel nostro animo, nel nostro progetto e nelle nostra volontà. Vogliamo dare un futuro ed una continuità a questo progetto sociale e sportivo a Roma e insieme ai romani". Si spera che in Questura e al Ministero dell'Interno rivedano una decisione che penalizzerebbe fortemente una squadra e una società dalle grandi potenzialità. Sarebbe un peccato, davvero. Quando ci insegnavamo ad arbitrare, gli anziani osservatori e istruttori, ci raccontavano sempre della regola numero 18, quella che nel Regolamento Tecnico non c'è (sono 17, le regole del giuoco del Calcio, n.d.r.). Il buon senso. Da ritrovare. Massimiliano Cannalire