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INTERVISTA AL LEADER....MASSIMO


articolo del 19/6/2011



L’INTERVISTA RADIOFONICA: MASSIMO TESTA

Vado al massimo

Ecco i passaggi salienti dell'intervista rilasciata a Radioincontro sabato pomeriggio dal presidente dell'Unione Sportiva Tor di Quinto, Massimo Testa, su diversi temi, riguardanti sì la sua società ma anche curiosi punti di vista.

"Ne passano tanti, in riva al fiume: peccato per la stagione, che è finita un po' prima, rispetto a come ci eravamo abituati e a come avevamo bene abituato i nostri tifosi e simpatizzanti. Ma ho imparato, a differenza di tanti, a vedere il bicchiere mezzo pieno, e non a piangere su quello mezzo vuoto. Per certi verti è un anno particolare, miracoloso, in cui abbiamo visto allenare il Tor di Quinto e le sue squadre a mio figlio Paolo, impegnato da una dura malattia, senza avere il supporto di Fabrizio Tafani, salito a Brescia con mister Iachini prima come preparatore atletico poi come secondo, e nella stessa stagione in cui il professor Marra è andato alla Roma a lavorare con Montella e con le giovanili. E osservare gli allenamenti del Tor di Quinto senza questi personaggi di spessore è stata una cosa forte da sopportare, e di questo va dato merito a gente in gamba del calibro di Giampiero Guarracino e Michele Maragliulo.

Proprio ieri (venerdì per chi legge, n.d.r.) la Federazione mi ha comunicato che abbiamo vinto la Coppa Disciplina in tutte e tre le categorie d'élite, dalla Juniores ai Giovanissimi passando per gli Allievi che hanno perso la finale con il Savio. Savio che, a mio avviso, aveva qualcosa in più, rispetto a noi". Poi il presidente ha un moto di affetto proprio verso l'avversario che l'ha superato a Ciampino, nell'ultimo atto in regione, chiedendo il risultato allo studio, e gli viene detto che nel primo incontro del triangolare delle finali nazionali il Savio sta vincendo 3-0 poi 4-0 e infine vincerà 5-0. Al che commenta: "Sono contento per Paolo Fiorentini, perché ha allestito una gran bella squadra, e più tardi lo chiamo per congratularmi". Quindi il leader...Massimo torna a parlare dell'ennesima soddisfazione regionale con la juniores e quella maniera di intendere il calcio: "Sul libero stacco li abbiamo piegati tutti, negli ultimi venti anni, e ancora ci vengono a raccontare, gli scienziati del calcio, a Roma, che è un modo arcaico, passato, di disporre una squadra in campo. La cosa che mi fa sorridere anzi ridere è che per me, vista dal di dentro, è una cosa normale vincere, dopo 20 anni, per parecchi no, e allora a oggi ancora si interrogano su ciò che siamo, rappresentiamo, come facciamo a essere continui. Io, di qui 18 giugno, sono ancora qui, al campo, e allora si capisce uno dei nostri segreti".

"Prima, però, ha parlato di miracoloso, e detto da uno come lei...", lo stuzzica dallo studio Max Cannalire.

Testa ribatte subito: "Miracoloso è riferito a ciò che è imponderabile, e con Paolo è stata dura, e se siamo fortunati se ne esce". Poi, però, gli scapperà più avanti una citazione di San Francesco. Segno del tempo che passa e, magari, una contestuale (e sulla carta improbabile) redenzione.

Poi il presidente del blasonato club teverino romano parla di cose di più ampio respiro: "C'è, in realtà, un'altra cosa, che mi manda ai matti e mi fa scoppiare a ridere, ancora: come faccia gente che gioca a 42 anni a rincorrere le piotte, i soldi, contro ragazzini come i nostri. Ai quali dico...meglio che siate retrocessi così certi scempi non li vediamo più, in Promozione. Ma di più mi fanno cappottare, ammazzare dalle risate quelli che vanno in galera per il pallone!".

Sul comitato regionale Lazio – Sull’istituzione regionale Massimo Testa ha detto: “Funziona, è un comitato caruccio e Zarelli va bene anche se dietro di lui e di fianco c’è ben poco, e dico che qualcuno che si era preparato dovrà aspettare perché non si è fatto trovare pronto. Il presidente, così, dovrà reggere altri sei, sette anni. E lui sa che quando gli devo dire qualcosa, come le mattonate prese in casa del Futbol un anno fa, glielo dico in diretta, tanto poi glielo riferiscono, oppure di persona, che va egualmente bene.

Sulla costanza del suo Tor di Quinto – La costanza del Tor di Quinto fa parte del carattere. La fortuna del Tor di Quinto è che al comando c’è uno solo, io, che ho camminato con la storia. Ho fatto cose 100 volte più grandi e grosse, rispetto al pallone, figuratevi se il pallone mi può incutere paura, timore. Porto bei ragazzi, in giro, a giocare a pallone, non mostri. E quando sento gente che non suda, nella vita, vuol dire che non ha passione, altro che ‘sti scienziati che ho visto in giacca e cravatta in televisione, a fare gli opinionisti. Ma quali opinionisti: cialtroni!

Sul calcioscommesse – Non ho mai giocato negli ultimi anni neanche la schedina del Totocalcio, figuriamoci quanto lontane siano queste storie. Il calcioscommesse è la foto esatta del Paese: chiamassero Berlusconi, a risolvere questa cosa. Così fa come la monnezza a Napoli… Reputo che un uomo che è pagato per divertirsi sia osceno, quando vuole guadagnare di più. E comunque chi deve combatterlo, il fenomeno del calcioscommesse, saprebbe pure come, volessero….

Signori mi ha fatto tenerezza, e sembrava spaurito: altro che Pietà. La Pietà si utilizza per altre cose, non per queste effimere situazioni. Ma non voglio dare giudizi perché non vorrei, dovessero scoprire che un giocatore passato da me ci sia cascato, passare io per quello che sputa per aria e mi ricasca in testa.

Sui giocatori passati a Tor di Quinto e impegnati oggi in ambito… Luca Antei come uomo è fuori misura, e Paolo Frascatore è un giocatore di grande e immensa affidabilità. Si stanno togliendo grandi soddisfazioni e ricordano tutto ciò che hanno imparato qui, da me. Un grande onore, avere avuto ragazzi puliti e seri come loro, qui, e oggi vederli in rampa di lancio ci inorgoglisce. Come avere avuto Papini, Freddi, Sforzini, Stefano Desideri, che è figlio d’arte. Il padre, Franco, è stato 10 anni ad allenatore al Tor di Quinto. Vuoi che mi stupisca che il suo Fidene abbia vinto lo scudetto negli juniores nazionali?

Conclusioni – “Non raccomando nessuno, neanche mio nipote, che lo sa, al 70% delle volte si accomoda in panchina. Invece in questi giorni si è affacciata la Lazio, per avere dei giocatori, e la stessa cosa hanno fatto Fidene e Cynthia Genzano. E valuteremo, nel nostro Parco di Yellowstone, io e l’altro Orso, Guarracino, le differenti situazioni. Nella juniores vi dico subito che rivado a combattere per il titolo, e negli allievi sperimentali siamo arrivati dietro Roma e Lazio per cui c’è una base solida. Per i Giovanissimi d’élite abbiamo preso Salvatore Franzellitti perché la modernità, io, a Tor di Quinto, la trovo andando indietro! E al Parco degli Orsi le sorprese non mancano mai. Anche se ogni anno ci danno per spacciati. E invece la spada è più lunga e più lucida. Basta vedere quest’anno: con la malattia di Paolo mio figlio è riuscito a portare dei giovanotti in gamba a fare due finali regionali su tre. E per quanto mi riguarda quando toccherà a me, di andarmene, chiamerò il prete e gli dirò due cose. Poi chiedo di San Francesco”. Aridaje. E ci risiamo con il mistico e il religioso.

“Sì, ma poi ti racconto le cose che avrò detto, al prete”, chiude il suo intervento radiofonico, Massimo Testa. Che è così. Prendere o lasciare.

E si congeda con una battuta sul conduttore radiofonico Max Cannalire: "Smetti di andare in Tv e prosegui la radio, che in un mondo di finti non sei costretto a rimetterti dritto la cravatta, dietro a un microfono radio. Sarà la tua fortuna...". Come dargli torto?

Intervista raccolta da Andrea Burla

e Alessandro Natali

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