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LE RADIOINTERVISTE DEGLI 88.100. MARIO LENZINI: I NO DEL MANCATO MATRIMONIO


articolo del 15/12/2009



LE RADIOINTERVISTE DEGLI 88,100

L’allenatore romano Mario Lenzini, è intervenuto ai microfoni alle 14.20, durante “Babilonia e dintorni”, trasmissione condotta dal lunedì al venerdì (h 13.30/15) da Max Arrichiello. E ha spiegato il perché non si può concretizzare l’accordo tra lui ed il Terracina.

“Ho collaborato con il Terracina in attesa di dover raggiungere un accordo. Vi dico che Mario Lenzini ha vissuto esternamente questa situazione aspettando la firma di un contratto, che non è avvenuta. Ho voluto precisare dopo i casini successi due anni sulla questione-Boville quello che sta accadendo, a scanso di ulteriori equivoci: mi ha chiamato De Filippis ma ho visto due partite dall’esterno per capire dove iniziare, eventualmente, se si poteva fare questo matrimonio. Il mio traccheggiamento è stato giusto perché i fatti hanno confermato alcuni timori che erano nell'aria. Ci trovo a sottolineare ciò per evitare i problemi di due anni fa, quando la Procura Federale, alla fine di una lunga storia, mi ha prosciolto dall’accusa di essere l’allenatore del Boville di Milani dopo aver lasciato Civitacastellana. Non escludo di aver dato dei consigli ma non ho nemmeno preso scarpini e tuta sociale perché lo avrei fatto una volta trovato l’accordo. I motivi di questo mio tentennamento sono tanti. Certe premesse fatte inizialmente non sono mantenute: "Ci vediamo domani poi ci vediamo domani, e ancora ci vediamo doman, e non succedeva nulla": questo mi diceva, il presidente. I giocatori non hanno trovato nessuno per firmare la lista dopo essersi precipitati per andare a Ciampino a prenderla: non ho potuto parlare con nessuno, sabato, su questa storia dei giocatori che si sono fatti un autentico viaggio, senza poter giocare il giorno dopo. Il segretario non sapeva nulla, il direttore sportivo se ne lavava le mani”.

Quindi….

“Ho parlato con il presidente che mi ha detto Mister lei deve portare i giocatori a firmare. Invece mi sono reso conto della situazione. Domenica pomeriggio in un bel bar di Terracina sembrava tutto fatto. Facciamo venire i giocatori. Era stato presentato Minieri, di cui si sono perse le tracce”.

E siamo alla giornata di lunedì.

“Siccome tutto il giorno di ieri ho invano provato a contattare il presidente, fino alle 20.30 di ieri sera quando mi ha chiamato e detto di non sapere come andare avanti, non sapeva come fare. Attendeva un ingresso in società. Io rischio di firmare un contratto pur per una bella realtà, una bellissima città, con dei tifosi splendidi, ma da casa mia sono 130 chilometri. Non potevo sopportare la spada di Damocle di vincolarmi come da regolamento per una stagione intera e poi vedere uno sforzo del genere finire così. Ho detto a De Filippis che auguro a lui e alla società le migliori fortune ma non si sono materializzate le cose dette. Non volevo essere parte in causa del destino dei giocatori perché domani chiudono i trasferimenti; e resto a casa anche per me. Non volevo firmare poi rimanere fermo per una stagione intera senza potermi tesserare. Peccato perché ha una tifoseria caldissima, Terracina, che si meriterebbe tante, tante, tante soddisfazioni”.

L’allenatore romano chiude il discorso così: “Oggi non sono andato a Terracina e non so chi svolgerà i compiti, credo il capitano. A meno che il presidente non metta nero su bianco. A quel punto sono aperto alla soluzione di una collaborazione, che per ora era in fase embrionale. Lenzini ha avuto un approccio per cui aspetto e se non succede nulla va bene lo stesso. Abbiamo scherzato”.

M.C.

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