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INTERVISTA A GIANCARLO ABETE: DALLA NAZIONALE ALLE GIOVANILI


articolo del 24/10/2012



 

 

INTERVISTA A GIANCARLO ABETE

 

 

 

Dal nostro inviato

Presidente, oggi una gran bella occasione: ha risposto con grande passione sul rapporto tra i tesserati e la giustizia sportiva. Non so se per troppa passione da parte sua nella risposta sul caso Conte-Giustizia Sportiva, non ha poi risposto alla domanda relativa a come riformare...

Abete: “La giustizia sportiva si può sempre migliorare. Peraltro eventi come quello collegato alle vicende delle scommesse danno tante opportunità di riflessione però è una situazione che va affrontata a bocce ferme. Nel momento in cui sono conclusi tutti gli iter processuali ancora in atto. Perché la Procura della Repubblica di Cremona e quella di Bari sono diciotto mesi che indagano ma non ha ancora concluso i lavori bisogna un attimino mettersi a valle di questa situazione perché i processi avvengano con l'applicazione delle norme vigenti".

Al Settore e Giovanile e Scolastico ci sono campioni amati da ogni tifoseria come Gianni Rivera e Roberto Baggio. Si possono migliorare magari le finali del settore giovanile? Nel senso che spesso i triangolari di semifinale, alla fine della stagione, vedono i ragazzi dei Giovanissimi e degli Allievi giocare la prima partita alle 17 per il primo turno; poi, se non vincono o pareggiano, quelli della prima squadra nominata sono costretti tornando in campo al mattino dopo, alle 10, o alle 11. Parliamo di settore giovanile e scolastico e sappiamo che lei, in questo, è molto sensibile. Poi, però, all'atto pratico, la Lega Dilettanti costringe i ragazzini fare delle vere e proprie maratone. Cosa si può fare?

Abete: “Tutto è migliorabile, naturalmente, occorre verificare anche quali sono i tempi disponibili, per i ragazzi, perché ci sono dei problemi che ci si trova di fronte alla loro età. Il discorso vale anche per le nostre rappresentative giovanili nazionali, sia maschili che femminili, in cui ci sono l'obbligo della presenza scolastica, il vincolo del numero massimo dei giorni nei quali non vanno a lezione”.

La scuola non è rimasta troppo distante, rispetto agli intenti in favore dello Sport che si erano detti, quando è nata l'autonomia manageriale?

“Il rapporto tra la Scuola e lo Sport deve crescere naturalmente perché non è il problema di un governo o di un altro. E' un problema strutturale del nostro paese, perché c'è un recupero da fare, nell'ambito di un rapporto, che è iniziato ma che bisogna continuare. Perché da un rapporto virtuoso tra Scuola e Sport nascano delle opportunità di crescita per tutto il movimento sportivo italiano”.

Il calcio non ha dato un bell'esempio, sul piano dell'etica, come hanno sollevato con le loro domande gli studenti della Luiss...

“Senz'altro. Ci sono ovviamente situazioni come quelle legate al calcio-scommesse che hanno dato un'immagine molto negativa del calcio. Però bisogna capire cosa è il mondo del calcio. Il calcio è una dimensione che rappresenta un milione e mezzo di tesserati, 74.000 squadre, 15.000 società. E ovviamente anche a livello professionistico parliamo di migliaia di tesserati. Bisogna da una parte bisogna fare un'operazione di crescita comportamentale fondamentale, per preservare il calcio da tutta una serie di problemi e rischi. Dall'altra occorre evitare una generalizzazione che faccia apparire il calcio come una dimensione come tutti hanno un rapporto negativo con i comportamenti. Ci sono tanti comportamenti positivi, all'interno del calcio, come ci sono dei comportamenti inaccettabili negativi che vanno prevenuti in termini di preparazione, e sanzionati nel momento in cui accadono”.

Sull'attività giudiziaria e federale relativa al calcio-scommesse, Abete dice:

 

Sono 18 mesi che stanno andando avanti i processi penali. Quando nacque

il primo filone di indagine della Procura della Repubblica Cremona eravamo nel maggio del 2011, siamo arrivati a ottobre del 2012. Giustamente ci sono dei tempi tecnici di approfondimento da parte della Procura della Repubblica, e ci sono dei vincoli di operatività da parte della Procura Federale. C'è una legge dello Stato che prevede che laddove ci sono procedimenti penali in corso, il Procuratore Federale e quindi la Giustizia Sportiva, possa operare soltanto sulla base dei documenti provenienti dalle Procure della Repubblica. E quindi è fisiologico che prima si muova la Procura della Repubblica, e poi, a valle, man mano che rende disponibili e non sono più secretate quelle che sono le situazioni emerse a livello penale, queste situazioni arrivino all'interno del lavoro della Giustizia Sportiva. Quindi il calcio dovrà convivere ancora, per un po' di tempo, con questa situazione, ma mentre andiamo a verificare quali sono le situazioni negative emerse, bisogna, però, predisporsi per avere dei comportamenti diversi e migliori per ora e per il futuro”.

Massimiliano Cannalire


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