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PUNTO E...MAX/IL COMMENTO AL GIRONE A DI ECCELLENZA
articolo del 11/5/2009   condividi l'articolo su Facebook


POMEZIA TORNA

IN SERIE D DOPO 14 ANNI

Latina ai play-off, Fidene e Anziolavinio ripartono dal III posto. Ai play-out Maccarese e Marta in vantaggio su Torri in Sabina e Flaminia

Il campionato finisce con l’elusione di sorpassi e scatti altrui sui fondali ma la notizia è la sfida che lancia il Pomezia in vista del prossimo, interregionale impegno. E’ stata festa grande, lo hanno detto le immagini, lo ha detto la grande passione della gente pometina originale e pometina adottiva. Di una grande città, cresciuta, sul piano urbanistico, sportivo, numerico, che ha saputo stringersi intorno ai beniamini di una stagione intera. Annata condivisa con società e squadre del livello, sia per gli “anziani” che i “giovani”, dell’F.C. Latina, autrice di una stagione da applausi, dell’Anziolavinio e del Fidene, discrete terze. Chi dice oggi che il piazzamento di queste due compagini non soddisfa ha una miopia generale, di fronte alla capacità organizzativa, alle cifre che si sono portate appresso le prime due, al ritmo indiavolato che hanno imposto al campionato. La falsa partenza del Fidene da una parte, alcune partite gettate al vento, dall’altra, vedi l’Anziolavinio, hanno spostato l’equilibrio in favore di due battistrada brave nel non mollare di un centimetro. Il Pomezia ha vinto con merito, sia a guardare le statistiche, praticamente tre e passa reti fatte ogni domenica contro una presa. Una signora media con partite giocate bene. Conosco Giampaolo De Luca da parecchi anni e so che, quando ieri (domenica) a Rete Oro ha detto che la squadra non si è persa d’animo neanche dopo la sconfitta di Latina, lo ha detto in maniera sincera. Non deve essere stato facile, dopo una partita in cui di fatto i rosso-blu si sono svegliati tardi. Però hanno creduto fino alla fine di effettuare un ulteriore scatto in avanti e così è stato. Il gioco fatto vedere è stato apprezzato sin dall’arrivo di Carlo Lanza, che ha capito di avere un’intelaiatura di primissimo livello, se pensate come non sia di solito facile gestire i tanti elementi dotati sul piano squisitamente tecnico, da Marano a Proietti, da Campione a Costantini, da Palermo ad Amassoka, ai tre portieri a disposizione. Credo, personalmente, che con i vari Galasso e “grandicelli” vari vada fatto un discorso programmato anche in vista dell’anno che verrà, come cantava Lucio Dalla parecchi anni fa. Perché questa squadra, con il mosaico che saputo costruire, non necessita di grandi cambiamenti per la serie D. Serve la convinzione dei singoli di affrontare un altro anno, non facile, se volete, non da primi della classe, ma con una pattuglia di giovani assolutamente buona. I tanti fattori positivi sono stati bene coagulati dall’allenatore, e Lanza ha avuto la serenità giusta anche quando qualche dubbio ha attraversato il campo di via Varrone o alcune, tra le trasferte. Ha detto, il tecnico siciliano, che qualche timore è emerso per merito del Fidene disceso, pur con illustri assenze, al “Comunale” dopo aver perso la finale di Coppa ad Anagni. Non ci si aspettava una reazione del genere, sul biliardo pometino dopo l’off-road vissuto sul gibboso e rallystico campo anagnino, che speriamo, davvero, non sia più il teatro di una finale importante quale è quella della coccarda di Eccellenza.

Il Pomezia ha messo subito le cose in chiaro. In undici minuti 2-0 e tutti a casa, al punto che in radio abbiamo girato la dovuta attenzione alla Promozione. I numeri sulla ruota del “Comunale” sono stati questi: 4-11-36-63, i minuti in cui sono andati in rete Piroli e tre volte Amassoka. Spirito segna il gol della bandiera su rigore per poi andare a stringere la mano a Fiumanò, bella fotografia per salutare l’Eccellenza da parte santamarinellese. Avevano in comune anche questo, ieri, le due squadre rosso-blu, ossia il saluto, per strade diverse, al più importante campionato regionale. Ai ragazzi di Ivano Fronti era già successo nel 2001-2002 quando, perdendo in casa 2-0 dalla Cisco Collatino, scendevano in Promozione coi romani che andavano di sopra.

Il Latina ha poco da rimproverarsi, a proposito di campi balordi. Sulle montagne russa di viale Spagna si è consumato il moto di marcia indietro nero-azzurro, con tanto di delusione da parte dei giocatori di Maurizio Promutico. Troppe voci si alzano e si alzavano, dopo la sconfitta di Cecchina, indirizzate verso questa rottura di scatole che è la fusione. Se avverrà tanto meglio per la città di Latina, che merita un accorpamento di energie, idee, uomini, per poter vivere una serie D come Dio comanda. Però da una parte l’errata concentrazione, la paura di vincere, che è umano fattore, il vento forte di quella domenica, la voglia di giocarsela del Cecchina, che anche ieri ha presentato un enigma in più anche al Torri in Sabina (1-1), sono state tutte cose capaci di chiudere la porta principale per uscire dalla regione ai giocatori di Capitani. Qualcuno mi ha suggerito di ripensare alla vicenda della partita di andata, tra Latina e Cecchina, quando Ricci, con una manovra mal coordinata, causò il danno (non il pugno erroneamente trascritto dall’incerto quanto incauto arbitro Zinicola di Cassino) al fischietto di turno. Resto dell’idea che la bravura diplomatica e il reale convincimento di Pasquale De Maio abbiano attutito eventuali rumori tra dirigenze e società, tra tifosi accalorati e sostenitori più moderati. Non penso a una rivalsa perché il comportamento ingenuo, irritabile, a tratti anche infantile, di taluni giocatori cecchinese non poteva né può, filmato alla mano, essere ascritto all’F.C. Latina. Dico che il Cecchina se l’è giocata come tutte quelle che hanno incontrato il Pomezia. Quando si hanno quattro grandi squadre, di quattro grandi piazze, e vince una va applaudita la prima, tutti assieme, e occorre avere un senso di fiera gratitudine se gli spettatori degli scontri diretti sono stati tanti. Perché significa che da una parte la gente ha le palle piene del calcio del presunto professionismo, e delle sue storture mediatiche, con una televisione che ti inquadra e dice se ti sei fatto la barba o no la sera prima della partita, e di tante emittenti che trascorrono la giornata a dire se questo o quel giocatore abbia bevuto il caffè in centro oppure in periferia. La parte positiva della medaglia suggerisce che c’è fame di questo calcio, di un pallone che va raccontato da quanti più possibili mezzi di informazione, e per questo i regolamenti di Lega Pro e Lega Dilettanti, così rigidi, eccessivamente tendenziosi, dovrebbero divaricare i cordoni non chiedendo soldi alle emittenti perché la gente possa scegliere. Ovviamente se le emittenti, poi, mandano sui campi personaggi presi al volo per strada, che hanno assenza di requisiti, come puntualmente rilevato dal Corriere Laziale, allora sono d’accordo che ci voglia pulizia in un ambiente aperto, credetemi, davvero a parecchi. Ma è un discorso che ci porterebbe, oggi, lontano. Speriamo un giorno si possa tornare a trattare, questo delicato argomento.

Oggi, analizzando il torneo, vanno incoraggiati il Latina, secondo al traguardo, idoneo ad andare i play-off, e cancellate le troppe voci legate al rapporto giocatori-club. Al Millevoi il Latina segna al 36’ del secondo tempo con Venerelli, uno dei giovani più promettenti in zona d’attacco visti negli ultimi due anni nei campionati juniores ed Eccellenza, e pareggia il difensore Tocchi al 42’ per un malinconico 1-1 finale. E ora i pontini vanno a giocarsi le chance con la squadra dell’Emilia Romagna Del Conca Morciano. Il Fidene e l’Anziolavinio perché continuino l’attività a livello giovanile, utile per solidificare le basi.

Lo 0-0 del “Massimo Bruschini” di ieri certifica il terzo posto finale da cui Fidene e Anziolavinio dovranno ripartire mettendo in cantiere immediati programmi. La Nuova Tor Tre Teste arriva quinta, e quindi prima della pattuglia delle (presunte) inseguitrici, giostrando nei suoi numeri il capocannoniere Toscano, che ha segnato con una certa regolarità durante tutta la stagione; contro il Flaminia in gol vanno Spinetti (8’) e Gazzella (4’s.t.) intervallati da Peri in rete prima del riposo. Finisce 2-1 al “Candiani” con un giudizio positivo per la compagine di Giuseppe Di Franco.

A metà classifica si toglie una buona soddisfazione l’Ostiamare, che strapazza il Fiumicino, salvo per un punto ma già da un buon lasso di tempo. Ugo Fronti è stato, con merito, confermato. Il Marta passa ad Aprilia con un rigore negato tra una rete ospite e l’altra (Rovinetti e Parisi) che il modesto Patrignani non concede, ma per i padroni di casa vien voglia di sorridere, per fortuna, dopo un anno decisamente scarso, sul piano delle soddisfazioni. Mentre per i giocatori di Ricci era importante provare a infastidire il Tanas, che, pur raggiunto all’89’ dall’orgoglioso Centro Italia a Rieti, con questo punto salva una stagione dalle evidenti incertezze societarie.

I destini di due squadre passavano, corsi e ricorsi, ancora dal campo di Cecchina, con Tessicini che porta in vantaggio il Torri e Giuffrida che rovina la possibile migliore collocazione ai giallo-blu sabini, dal momento che al “Darra” il Maccarese andava subito via alla Pescatori, con gli ospiti in gol dopo averne presi tre. Finisce 4-1 con i giocatori di Riccardo Firotto messi meglio nel caso in cui il doppio incontro palesi identico risultato. Infatti non ci saranno appendici e supplementari in gara 2 con la possibilità e per il Marta e per il Maccarese di chiudere, teoricamente, sullo 0-0 tutti e due gli incontri.

                                  Massimiliano Cannalire

 

 

 

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