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ECCELLENZA/A: LA RADIOINTERVISTA A CLAUDIO SOLIMINA


articolo del 18/1/2010



        Sette vittorie per la vetta

Claudio Solimina, allenatore dell’Albalonga, giunta alla settima vittoria consecutiva, durante “Babilonia e dintorni”, dice: “Diciamo che questa nostra Albalonga ha avuto dei problemi che tutti sanno. La società insieme allo staff, coi giocatori, io, siamo rimasti coi piedi per terra, umili, consapevoli che avremmo incontrato delle difficoltà. Sapevamo che i nostri mezzi fossero utili per andare in testa”.

Sul cammino da percorrere il tecnico romano afferma: “Ci sono delle mine vaganti, come anche la Pescatori Ostia, l’Ostiamare, che viene da una serie di risultati importanti; il Real Pomezia, composta da giocatori di qualità, di livello. Senza dimenticare la bontà dei collettivi di Diana Nemi e Fidene”.

E dell’attuale Albalonga, cosa pensi?

“In questo momento stiamo vivendo un periodo importante, in cui il gruppo ha ritrovato fiducia nei propri mezzi e la giusta serenità. Mancano quindici giornate ma oggi abbiamo la convinzione di essere una squadra. Ma adesso sappiamo che dal primo minuto bisogna impiegare la giusta concentrazione. Come gli altri sanno che vanno fatti i conti con l’Albalonga”

I giovani sono diventati costanti, sul piano individuale?

“Cimini non aveva mai fatto questo campionato, si sta comportando benissimo. Bertozzi lo stesso discorso; l’unico che l’aveva fatta era Ticconi, pur avendo avuto problemi fisici. E’ titolare in pianta stabile, è un ’91, gioca da difensore centrale, ruolo delicato. Angelucci ha fatto i suoi quattro gol, ci ha dato una mano a farli segnare. Starace è alla seconda presenza, ha fatto due partite di rilievo, contro il Fidene e ieri. E’ un ragazzo serio che ha un grande fisicità. E la juniores anche sta uscendo da un periodo negativo, con un pareggio ad Anzio, campo non facile”.

Non avete cercato le luci dei riflettori prima, e neanche oggi. Vi siete chiusi all’interno dei dettami societari, basati sulla discrezione…

“Sì perché poi abbiamo fatto quadrato. Cercato di lavorare nel nostro ambiente, nelle riunioni settimanali. Il presidente è una persona di calcio, è uno che capisce, è un conoscitore di calcio. Ci siamo stretti, uniti e compatti. E possiamo dire la nostra fino alla fine, bravi e a lavorare con umiltà. L’Albalonga è stata costruita per un campionato di vertice. Sappiamo che non è facile”.

In tutto questo c’è l’esperienza di Bucri, bravo per il comportamento e per le qualità tecniche.

“Bucri lo conoscevo come giocatore quando ero atleta anch’io. Sul piano umano un ragazzo squisito. Giustamente la carta d’identità non è dalla sua parte e la sua scelta è stata una grande chiacchierata a bordo piscina, quest’estate, dal presidente. Ci siamo detti che ci poteva dare una grossa mano sia dentro lo spogliatoio, e fuori. Si mette lì con il nostro preparatore atletico, se occorre per fare il lavoro più consono, e quando l’abbiamo chiamato in causa ha fatto del suo meglio e bene”.

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